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Le terrificanti immagini del fiume Dhauliganga, in India, che travolge la diga (dove al momento della tragedia stavano lavorando circa 50 persone date ora per disperse) e la centrale energetica di Rishiganga. L’inondazione provocata dal crollo di una sezione del ghiacciaio himalayano ha reso necessaria l’evacuazione dei villaggi a valle.
Le autorità indiane riferiscono di 3 morti accertate e almeno 150 dispersi.
Il primo ministro Trivendra Singh Rawat ha rassicurato la popolazione dicendo che il flusso del fiume Alaknanda è sotto controllo. La situazione è comunque monitorata, perché il livello dell’acqua è ancora alto.
Ill governatore dello Stato dello Uttarakhand, Om Prakash, ha riferito all’agenzia Reuters che potrebbero esserci fino a 150 vittime, “il numero delle vittime non è stato ancora confermato”, ha chiarito.
Il primo ministro indiano Narendra Modi ha espresso la propria vicinanza alla popolazione coinvolta: “L’India sta con l’Uttarakhand e la nazione prega per la sicurezza di tutti”.
Il ministro dell’Interno Amit Shah ha assicurato che sono state mobilitate le squadre d’emergenza. Il governo centrale ha immediatamente inviato l’esercito per i primi soccorsi.
Sanjay Singh Rana, testimone della tragedia, ha raccontato di quanto accaduto nel suo villaggio, Raini. “Temevo che anche noi saremmo stati spazzati via”, ha spiegato a Reuters. Aggiungendo: “Non abbiamo idea di quante persone siano scomparse”.
Non è la prima volta che in questa zona del Paese si verificano calamità di questo tipo.
Già nel 2013 l’India aveva affrontato una tragedia simile, denominata “lo tsunami hiamlayano”. All’epoca la causa fu una serie di precipitazioni straordinarie. I devastanti nubifragi e alluvioni che ne conseguirono avevano provocato la morte di quasi 6 mila persone.
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