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Convocato per venerdì un incontro tra i ministri Orlando e Giorgetti ed i sindacati sulla vicenda dell’ex Ilva. “I tarantini ed i lavoratori non possono più aspettare. Se oggi non ci saranno risposte, accadrà qualcosa di grave. La situazione è drammatica, ci sono lavoratori che non ricevono gli stipendi da dicembre“, questi i commenti dei lavoratori di Taranto. A Roma, fuori dal Mise, hanno manifestato circa 200 lavoratori dell’acciaieria di Taranto e di altre realtà industriali in crisi sul territorio nazionale. E novità, in effetti, sono poi arrivate.
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“Per quanto riguarda l’ex Ilva di Taranto, prima del 13 maggio il governo metterà 400 milioni per garantire il lavoro. Se ne occuperanno nelle prossime settimane, perché c’è un tema di sblocco da parte dell’avvocatura di Stato. Hanno però affermato che metteranno questi soldi per garantire il lavoro“. Lo ha dichiarato Francesca Re David (Fiom Cgil), dopo l’incontro con il governo al Mise sull’ex Ilva.
Nonostante la premessa, però, su Taranto e l’ex Ilva continuano ad esserci dei nodi. “Il governo non è convinto del piano industriale e delle vere intenzioni di ArcelorMittal – ha fatto presente Re David –. Faranno delle verifiche, ma l’azienda è stata comunque scelta da un governo, a suo tempo. E ogni governo che arriva ci spiega di dover ristudiare il caso da capo. Questo basta a capire le condizioni in cui ci troviamo“.
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L’accusa è che, se gli esecutivi cambiano, la situazione a Taranto resta immutata nel tempo per gli ex lavoratori Ilva. “Noi siamo sempre gli stessi, i lavoratori sono sempre gli stessi. Dal 2018 sono però cambiati quattro ministri, e ogni volta che questo è successo siamo ripartiti da zero. Su ArcelorMittal non mi esprimo, dico solo che non l’abbiamo scelta noi. Loro hanno garantito questi 400 milioni per garantire il lavoro e l’indotto in questa fase. L’intenzione è che lo Stato intervenga, diventando maggioranza“, ha spiegato Re David. Parole confermate anche da Roberto Benaglia (Fim Cisl).
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La speranza, però, è che il governo Draghi ora risolva i problemi sull’ex Ilva che da anni bloccano Taranto. “Il ministro ci ha comunicato che è stata costituita una task force per affrontare le crisi e le politiche industriali – ha illustrato Re David –. Questa task force dovrebbe entrare in funzione tra poco per affrontare le numerose vertenze aperte. Per noi questa non è una risposta sufficiente. Abbiamo chiesto che si parta da subito con la convocazione di tavoli di confronto, a partire dalle vertenze più urgenti. Perché da luglio nell’industria ripartiranno i licenziamenti. Al momento non c’è alcuna certezza sulle tempistiche“.
I sindacati vogliono però che il governo sbrogli anche ulteriori matasse, oltre a quella dell’ex Ilva di Taranto. “Stabiliranno un elemento di controllo e di continuità del lavoro. Dovranno riaffermare la centralità dell’acciaio e degli investimenti del Recovery Fund. E lo stesso vale per l’automotive – ha aggiunto Re David –, su cui hanno individuato la necessità e urgenza di convocare un tavolo di settore su Termini Imerese. Abbiamo chiesto un tavolo complessivo sulle vertenze aperte, ma non c’è alcuna certezza sulle tempistiche. Non posso misurare al momento l’impegno del governo“.
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