I banchi a rotelle migliorano la didattica a scuola. Ecco perché

Francesca Cellai, dirigente scolastico dell'Istituto professionale Buontalenti di Firenze, spiega in che modo il loro utilizzo può portare dei benefici all'apprendimento

Newsby Redazione 30 Ottobre 2020

Ormai da mesi i banchi a rotelle sono al centro di varie polemiche. Una larga parte dell’opinione pubblica li trova inutili ed è arrivata più volte a definirli uno spreco di soldi, ma c’è anche chi li difende. È il caso di Francesca Cellai, dirigente scolastico dell’Istituto professionale Buontalenti di Firenze, dove già da cinque anni si usano i banchi a rotelle. “In questo istituto abbiamo iniziato a usare i banchi con le rotelle cinque anni fa: essi sono infatti utili per una didattica che si sposa con le neuroscienze. È stato dimostrato, infatti, che i banchi “mobili” permettono un insegnamento a “legami deboli”, con gli alunni che sono liberi di spostarsi all’interno degli spazi per unirsi in attività di apprendimento comuni e disunirsi quando invece sono chiamati a un lavoro didattico individuale. L’apprendimento subisce un miglioramento comprovato“, spiega la preside.

“Tanto lavoro per nulla”

Come tutte le altre scuole, dopo l’ultimo Dpcm anche l’Istituto professionale Buontalenti è costretto alla didattica digitale al 75%. “È un peccato vedere il Paese aperto e le scuole chiuse. Noi avevamo lavorato molto nella riorganizzazione degli spazi, non soltanto per ciò che riguarda i banchi a rotelle. Parliamo di tracciamento per mandare al bagno gli alunni, parliamo dell’eliminazione della ricreazione, parliamo di tutte quelle direttive organizzative che vengono vanificate“, spiega Cellai. “Ho paura di vedere ragazzi che si disinnamorano della scuola e che dopo i 16 anni non proseguiranno nel loro percorso”, conclude la preside.

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