Il Governo italiano sembra ormai deciso a introdurre l’obbligo di green pass per accedere a determinati ambienti seguendo la strada tracciata da Macron in Francia. E il nuovo decreto che lo stabilisce potrebbe arrivare già lunedì 26 luglio. L’esecutivo, inoltre, pare aver trovato la quadra chiudendo la trattativa politica tra favorevoli e contrari individuando due settori in particolare: ristoranti al chiuso e discoteche.
La scelta è ricaduta su queste categorie per due motivi fondamentali. Da un lato si scongiura infatti il rischio di nuove chiusure imposte dall’aumento dei casi e dall’avanzare della variante Delta. Dall’altro si permetterebbe così alle discoteche di riaprire, dato che i gestori al momento non hanno indicazioni precise. Il Cts ha infatti dato parere favorevole alla riapertura delle sale da ballo, a patto che gli ingressi siano controllati mediante pass vaccinale.
Questa decisione riguarda inoltre la volontà del Governo di mantenere tutta l’Italia in zona bianca almeno fino a Ferragosto per scongiurare un’altra contrazione dell’economia. Ma cela anche la speranza di un rilancio della campagna vaccinale, che sta subendo rallentamenti nonostante gli appelli del commissario Figliuolo. Si spera dunque in un boom come quello avvenuto in Francia dopo l’annuncio di Macron (anche se non mancano le reazioni negative).
I locali al chiuso si aggiungono così a tutti gli ambienti e gli eventi a rischio assembramento che già prevedono l’obbligo di green pass. E cioè stadi, palestre, centri sportivi, concerti, eventi, convegni, spettacoli, feste e banchetti. A cui vanno sommati anche i viaggi a lunga percorrenza. Dunque, per salire a bordo di treni, aerei e navi sarà necessario il certificato.
Esclusi, per ora, i trasporti urbani; anche se non si esclude che l’obbligatorietà del green pass possa estendersi anche ad autobus e metropolitane a settembre se la curva epidemiologica dovesse continuare a salire. Intanto, il Governo è pronto a varare un decreto che stabilirà i nuovi parametri per i colori delle regioni, rimodulati in particolar modo sul dato delle ospedalizzazioni.
L’Italia si appresta così ad adottare una versione ‘light’ del modello francese, che peraltro prevede l’obbligo vaccinale per tutto il personale sanitario. La decisione di Macron, però, non è andata giù a molti. Se da un lato sono aumentati gli appuntamenti per la vaccinazione anti Covid, dall’altro c’è chi protesta contro l’obbligo di green pass. Come i 114mila scesi in piazza ieri in tutta la Francia, di cui 18mila solo a Parigi.
Parlando con l’Adnkronos, uno dei volti storici dei Gilet Gialli, Maxime Nicolle, ha detto che “abbiamo fatto un appello a manifestare per dire ‘no’ al pass sanitario”. “È un movimento di cittadini stufi di essere trattati come bambini e stanchi delle troppe restrizioni alle loro libertà. Questo movimento riunisce tutte le classi popolari della società”, ha spiegato. A questo punto una domanda sorge spontanea: c’è il rischio che accada anche in Italia se il green pass dovesse essere reso obbligatorio?
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