È regolarmente vaccinata, con due dosi Pfizer. Eppure non riesce a ottenere il Green pass. Questa la situazione di una cittadina italiana, Emanuela De Franchis. Che però lavora a Dubai, dove ha ricevuto il vaccino. Situazione però che sin dallo scorso luglio le impedisce di ottenere il certificato in patria.
“Mi sono vaccinata lì, dove lavoravo in smart working: prima dose ad aprile, seconda a maggio – ha raccontato al ‘Corriere della Sera’ De Franchis –. Dubai è stata tra le prime città al mondo ad aprire alle vaccinazioni, mentre in Italia in quel periodo si potevano immunizzare solo i soggetti fragili“. Una procedura che si è presto rivelata insufficiente per avere il Green pass: “Ho chiesto al consolato e mi hanno suggerito di procedere, garantendomi che ci sarebbe poi stato il modo per gli italiani che tornavano in patria di registrare il tutto“.
“Sono rientrata a giugno. Ho iniziato ad attivarmi sulla questione del riconoscimento a luglio. Una circolare del ministero chiarisce che i vaccinati all’estero devono trasmettere le certificazioni all’Ats di competenza. Ho portato i documenti alla Ats di Lissone. La registrazione sul fascicolo sanitario è stata immediata. Dovevo solo aspettare il codice via sms per scaricare il Green pass. Ma non è mai arrivato“, ha spiegato De Franchis.
Ora, nel frattempo, è arrivato settembre. Ma ancora la situazione non si è sbloccata. Né, tantomeno, l’agognato Green pass è arrivato. “Ho controllato sulle app e anche in farmacia – ha aggiunto De Franchis –. Ho chiamato il numero verde 1500 e mi hanno detto di aspettare altri 14 giorni. Ancora niente. Mi hanno comunicato che poteva esserci un problema informatico di codice, quindi che avrebbero aperto un fascicolo con la Regione: entro quattro giorni lo avrebbe preso in carico. Continuo a chiamarli per chiedere a che punto siamo: mi rispondono che hanno mandato numerosi solleciti. Ma ancora nulla“.
“Il numero verde mi ha detto che secondo una circolare del ministero, in attesa del Green pass, vale la registrazione sul fascicolo sanitario. Ma non tutti lo sanno. Ho già avuto un rifiuto in una palestra. Tutto questo impatta sulla mia produttività“, ha concluso De Franchis. Una degli italiani rimasti ingarbugliati nelle pieghe di una normativa che in tanti contestano.
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