L’incidente a Ospitaletto Lodigiano è solo l’ultimo di una lunga serie di tragedie ferroviarie che hanno colpito l’Italia dal secondo Dopoguerra: sono stati oltre 500 i morti provocati da 47 incidenti tra deragliamenti, esplosioni e scontri frontali che hanno riguardato i nostri treni.
Di questi, molti erano regionali impiegati in tratte locali riservate al trasporto di persone, quasi sempre lavoratori pendolari. Scopriamo insieme gli incidenti più gravi avvenuti in Italia.
Gli incidenti ferroviari più gravi in Italia
Iniziamo con il più grave in assoluto per numero di vittime: il 3 marzo 1944, a Balvano (PZ), il treno Salerno-Potenza, carico all’inverosimile di persone e merci – fra cui molto legname -, a causa della mancanza di aderenza, il convoglio si blocca nella galleria Delle Armi senza la possibilità di avanzare e riempiendo la galleria di fumo a causa delle emissioni di monossido di carbonio. Ci furono 517 vittime morte asfissiate e 90 feriti.

Passiamo poi al primo incidente ferroviario del Dopoguerra su una tratta locale: era il 5 gennaio 1960 e si trattava del treno diretto Sondrio – Milano in prossimità di Monza e viaggiava a 80 km/h
A causa dei lavori per la costruzione di un sottopasso, la velocità dei convogli era stata ridotta, al fine di percorrere a bassa velocità un ponte provvisorio.
I macchinisti non hanno notato il segnale di rallentamento finendo a forte velocità sul ponte e causando il disastro: il vagone di testa si era impennato andando a schiantarsi, altre tre carrozze erano deragliate fermandosi a margine della sede ferroviaria, due carrozze, tra cui un postale, erano precipitate giù dal ponte adagiandosi sulla scarpata.
Infine le quattro ultime carrozze del convoglio si erano fermate sui binari all’inizio del ponte. Il bilancio delle vittime è di 15 morti e 115 feriti.
Poco più di due mesi dopo, l’11 marzo, sulla ferrovia delle Dolomiti, un treno partito da Cortina verso Calalzo deragliò all’altezza di Acquabona a causa della rottura di una boccola del bagagliaio. Nell’incidente morirono 2 persone e ne rimasero ferite 27.
Invece furono 71 morti e 28 feriti nella tragedia della Fiumarella del 23 dicembre 1961, quando il treno Cosenza-Catanzaro deragliò all’altezza di Soveria Mannelli a causa della rottura del gancio di trazione, precipitando in un torrente dopo un volo di 40 metri.
Gli anni ’60 si conclusero con l’incidente di San Nicola Varco (SA) dove una mandria di bufale ha invaso i binari nei pressi di Battipaglia (SA) fu la causa dello svio dell’espresso Conca d’Oro e immediatamente dopo un altro treno, che proveniva dalla direzione opposta.
Quest’ultimo piombò a velocità elevata sulle vetture del treno deragliato e successivamente le Ferrovie dello Stato provvidero a recintare la linea ferrata. Il bilancio è stato 12 vittime e 72 feriti.
Gli incidenti negli anni Settanta, Ottanta e Novanta
Il 22 luglio 1972 fu il giorno dell’incidente dei Cappuccini, dal nome della galleria in cui si verificò lo scontro frontale tra due treni della Cumana (Napoli-Pozzuoli), poiché uno dei due treni non ha atteso l’arrivo del convoglio proveniente dalla direzione opposta. Le vittime furono 7 e decine i feriti.

8 anni dopo, alle prime luci dell’alba del 21 novembre 1980, un treno deragliava tra le stazioni di Curinga ed Eccellente dopo aver tamponato un gruppo di 28 carri merci staccatisi da un treno merci.
Il merci era partito poco prima dalla stazione di Lamezia Terme Centrale ed era diretto a Villa San Giovanni; poco dopo l’espresso, che viaggiava verso Nord, investiva il materiale deragliato e la linea a quell’epoca non era ancora dotata di blocco automatico.
Infatti l’incidente era avvenuto per la concomitanza di inadempienze tecniche da parte dei macchinisti del treno merci e del mancato accertamento della coda da parte del personale di movimento della stazione di Curinga. Il bilancio è stato 28 morti e 112 feriti.
Fu di 8 i morti e oltre 20 feriti invece il bilancio dell’incidente di San Severo (FG) avvenuto il 3 aprile 1989 a causa del deragliamento di un treno locale proveniente da Bari.
Il 16 novembre di quello stesso anno si verificò la tragedia di Crotone, causata dallo scontro tra un treno proveniente da Catanzaro e diretto a Taranto e un altro di collegamento fra Cariati e Catanzaro Lido: nell’impatto morirono 12 persone.
Nel decennio successivo si contarono in Italia altri quattro gravi incidenti riguardanti treni locali: il primo fu quello di Frattamaggiore (NA) del 21 ottobre 1991, quando il deragliamento di una vettura della Ferrovia Alifana causò 1 morto e 40 feriti.
Il 27 gennaio del 1992 uno scontro fra due treni di pendolari a Ciampino provocò la morte di 6 persone e il ferimento di altre 150; mentre il 12 maggio dello stesso anno due convogli di studenti e pendolari si scontrarono frontalmente sulla linea ferroviaria Arezzo-Sinalunga, all’altezza di Badia al Pino, causando 3 morti e 75 feriti.
Fu invece di 7 vittime il bilancio dello scontro frontale del 10 giugno 1992 che coinvolse due treni passeggeri nella stazione di Caluso (TO). Infine, concludendo gli anni ’90, ricordiamo il treno Pendolino a Piacenza che deragliò a 300 metri dalla stazione mentre era in viaggio da Milano a Roma. Il bilancio fu di 8 morti, 29 feriti e fra i viaggiatori illesi c’era il Presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga.
Gli incidenti ferroviari negli ultimi anni
Tra incidenti che hanno coinvolto treni locali italiani negli ultimi anni in Italia ricordiamo quello di Rometta Marea (ME), dove il treno Palermo-Venezia deragliò, probabilmente a causa dei lavori di manutenzione della linea eseguiti in modo non impeccabile; i morti furono 8.

Il 7 gennaio 2005 un treno interregionale e un convoglio merci con putrelle di acciaio si scontrano frontalmente a pochi passi dalla stazione di Bolognina di Crevalcore, sulla linea Bologna-Verona a binario unico. I morti sono 17, i feriti 15.
Per la rottura di un asse, il 29 giugno 2009 un convoglio ferroviario che trasportava GPL deragliò mentre attraversava la stazione di Viareggio. Quattro cisterne si ribaltarono e in una si aprì uno squarcio di 40 centimetri da cui uscì il gas. Tre minuti dopo, ci furono le esplosioni che devastarono un intero quartiere, uccidendo 32 persone.
A Bortigali (NU) ebbe luogo, il 15 giugno 2007 e sulla linea a scartamento ridotto e a binario unico fra Nuoro e Macomer, a causa della mancata segnalazione dell’incrocio ci fu uno scontro frontale fra due treni che portò alla morte di 3 persone e 8 tra i feriti.
Il 12 aprile 2010, sulla ferrovia della Val Venosta fra le stazioni di Laces e Castelbello (in provincia di Bolzano) il treno regionale deraglia per una frana, in un punto dove i binari attraversano una stretta gola. Il convoglio cadde in una vallata e si incastrò negli alberi: nell’impatto morirono 9 persone e ne rimasero ferite 28.
Due treni della società Ferrotramviaria, il 12 luglio 2016, si scontrarono lungo la ferrovia Bari-Barletta tra le stazioni di Andria e Corato. L’incidente, causato da errori nella gestione del traffico sulla linea a binario unico, provocò la morte di 23 persone e il ferimento di altre 50.
A Pioltello, alle porte di Milano il 25 gennaio 2018, deragliò un treno regionale che provocò la morte di 3 persone e quasi 100 feriti. La causa, evidenziata dal pubblico ministero durante il processo, fu la rottura di un giunto in pessime condizioni e mai sostituito.