Durante il convegno sugli “Aspetti medici e sociali dell’età pediatrica in Italia”, organizzato presso l’Accademia dei Lincei, il premio Nobel Giorgio Parisi ha parlato del problema della bassa natalità e dei possibili modi per contrastarlo. Il professore ha spiegato che per ridurre il calo delle nascite in Italia sono necessari degli aiuti fiscali. “L’Italia si trova in una trappola demografica: il numero dei nati è sempre più basso, bisogna intervenire anche mediante aiuti fiscali”.
Parisi ha dichiarato anche che “la precarietà dei contratti giovanili si è sviluppata a macchia d’olio in Italia e questo è un problema politico fondamentale da considerare. Abbiamo un’emigrazione molto ampia, sostanziosa e costante di persone con un’alta preparazione professionale e il motivo di questo fenomeno è chiaro per me, forse non per tutti. Una coppia, per decidere di fare un figlio vuole avere una sicurezza economica e questa, con i contratti precari, non c’è”. Per Parisi “la natalità si è ridotta anche per effetto della pandemia, ma è difficile non pensare che questo non dipenda dalla struttura della società italiana. L’Italia non è un Paese per giovani”.
Parisi ha poi affrontato il tema della mortalità infantile. “È evitabile, con strutture ospedaliere migliori, l’aumento della mortalità infantile del 36% nel Sud. Questo incremento, rispetto al Nord e al Centro, è un problema politico e corrisponde a un numero considerevole di morti infantili evitabili con strutture migliori. Le morti di neonati e bambini o gravidanze non portate a termine sono disastri che colpiscono le famiglie, che vanno evitati e portati davanti ai riflettori della politica”, ha aggiunto il premio Nobel.
“Gli ospedali in cui si fanno meno di 500 parti l’anno mettono a rischio la salute dei bambini. È importante che i medici abbiano la capacità di intervenire correttamente, cosa che si acquisisce con la frequente ripetizioni delle stesse operazioni. I medici devono essere in grado di identificare patologie rare e questo avviene solo mediante una grande esperienza”. Parisi ha poi sottolineato che le piccole strutture non devono essere chiuse, perché “sono centri fondamentali sul territorio”. Ha però aggiunto che è importante che le nascite avvengano in strutture più complete.
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