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Gioco legale, sit-in delle donne: “10 mesi di chiusura, siamo alla fame”

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Si è tenuto un sit-in delle lavoratrici del gioco legale in Piazza Mastai a Roma, di fronte alla sede dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Scopo della manifestazione: chiedere la riapertura delle attività. “Dopo dieci mesi di chiusura siamo alla disperazione, alla fame. Siamo il presidio della legalità. Durante la nostra chiusura l’illegalità e le mafie hanno fatto festa. Chiediamo solo di lavorare“, ha commentato una lavoratrice.

L’importanza del gioco legale contro le mafie

Siamo le donne del gioco legale, il Comitato ‘Donne in gioco’ – spiegano –. Portiamo la voce di 150 mila lavoratori del gioco pubblico. Sono dieci mesi che siamo chiusi, senza aiuti. Pensiamo a noi e ai nostri dipendenti, che non ricevono la cassa integrazione. Quando arriva, poi, è in ritardo di 4-5 mesi. I ristori che hanno dato, chiamiamoli così, non bastano neanche per un affitto di una mensilità“.

Non è più vita. Non c’è più dignità e non c’è più nulla – è l’urlo di dolore della piazza di Roma –. Quello che vogliamo è lo stesso trattamento degli altri lavoratori delle altre attività. Perché siamo il gioco legale, il gioco pubblico. Siamo l’intrattenimento del nostro Paese e non facciamo nulla di male. Lavoriamo con concessioni governative statali, quindi autorizzate dallo Stato. Proprio lo stesso Stato che ora ci ha staccato la linea e non ci vuole più. Ma intanto l’illegalità festeggia“.

Verso le riaperture: i problemi delle leggi regionali

La situazione dei paladini del gioco legale, peraltro, sembra peggiorata da quando Mario Draghi ha preso il posto di Giuseppe Conte come presidente del Consiglio: “Con la caduta del governo abbiamo perso degli interlocutori certi. Spingiamo per la riapertura e per i nostri diritti“.

E per il mondo del gioco legale ci sono ora delle tappe ben precise. “Abbiamo parlato con Minenna delle leggi regionali in approvazione e del codice etico che permette alle banche di chiuderci i conti o di non farceli aprire. Il 19 il senatore De Bertoldi di FdI chiederà spiegazione in commissione ABI. La battaglia non si ferma qui. Perché se non si muore per il Covid, si muore per le leggi regionali“. A dirlo è Antonia Campanella, dopo l’incontro con Marcello Minenna, Direttore generale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli.

Redazione

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