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“Scendiamo davanti al Consiglio Regionale per l’abolizione della retroattività, che cancella i posti di lavoro di migliaia di lavoratori in Piemonte. Noi siamo d’accordo con le modifiche che ha chiesto la Lega per salvare la legalità. La legge attuale parla solo di proibizionismo, con cui non si risolve nulla”. Oggi, sotto Palazzo Lascaris, a Torino, mentre si tiene il primo Consiglio Regionale in presenza, i lavoratori del gioco legale protestano contro l’attuale legge in vigore che lo regolamenta. “Si tratta di tantissimi posti, al momento sono 3000 persone. Il gioco legale è il gioco di Stato, legalizzato, che combatte quello illegale”.
Lo scorso 8 aprile si era tenuto un sit-in delle lavoratrici del gioco legale in Piazza Mastai a Roma, di fronte alla sede dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Scopo della manifestazione: chiedere la riapertura delle attività. “Dopo dieci mesi di chiusura siamo alla disperazione, alla fame. Siamo il presidio della legalità. Durante la nostra chiusura l’illegalità e le mafie hanno fatto festa. Chiediamo solo di lavorare“, aveva commentato una lavoratrice. “Sono dieci mesi che siamo chiusi, senza aiuti. Pensiamo a noi e ai nostri dipendenti, che non ricevono la cassa integrazione. Quando arriva, poi, è in ritardo di 4-5 mesi. I ristori che hanno dato, chiamiamoli così, non bastano neanche per un affitto di una mensilità“.
“Non è più vita. Non c’è più dignità e non c’è più nulla”, era l’urlo di dolore della piazza di Roma. “Quello che vogliamo è lo stesso trattamento degli altri lavoratori delle altre attività. Perché siamo il gioco legale, il gioco pubblico. Siamo l’intrattenimento del nostro Paese e non facciamo nulla di male. Lavoriamo con concessioni governative statali, quindi autorizzate dallo Stato. Proprio lo stesso Stato che ora ci ha staccato la linea e non ci vuole più. Ma intanto l’illegalità festeggia“.
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