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Dopo la presentazione della copia del David in 3D a Dubai per l’Expo 2020, la professoressa Grazia Tucci, direttrice del laboratorio di Geomatica per l’ambiente e conservazione dei beni culturali dell’Università di Firenze, spiega come è stata realizzata la copia 3D del David e il suo valore.
L’idea è quella di mandare un segnale a Firenze, l’Italia e il mondo intero. “Quest’opera rappresenta in questo momento particolare di pandemia un momento di rinascita, speranza, di fiducia per il futuro – ha spiegato la professoressa Tucci –. Lo stesso valore simbolico di rivincita del bene sul male ben si presta a questo particolare momento storico“.
Non solo, però. Il David in 3D vuole rimettere Firenze al centro dell’attenzione degli appassionati d’arte di tutto il mondo in ottica turismo: “Nel momento in cui si fa una riproduzione, l’obiettivo è quello di essere al servizio dell’originale – ha sottolineato la professoressa –. L’idea è quella di creare e innescare un processo di conoscenza e di curiosità in chi osserva. L’Expo presumibilmente sarà metà di milioni di persone, e non tutti i turisti che andranno a Dubai probabilmente avrebbero intenzione di venire in Italia. Speriamo che questo aiuti ad alimentare la curiosità necessaria e la spinta a farli venire qui“.
La dirigente dell’Università di Firenze ha quindi illustrato il processo necessario alla realizzazione dell’opera: “Avevamo a disposizione un tempo di circa un anno inizialmente. Questo tempo si è ristretto per ragioni varie. Di fatto il tempo di realizzazione è stato di quattro mesi. Abbiamo cominciato le digitalizzazioni a dicembre e abbiamo consegnato la riproduzione a metà aprile“.
“Dopo aver organizzato il lavoro di preparazione alla Galleria dell’Accademia, c’è stata la produzione prima di un modello digitale. E proprio questo è il dato che potrà rimanere in futuro, per raccontare in dettaglio lo stato di conservazione della scultura del David al giorno d’oggi“. Proprio questo è l’aspetto che più rende orgogliosa la dottoressa Tucci: “Questo modello potrà diventare un riferimento per gli studi pregressi e una banca dati per gli studi futuri. Ci è anche servita una ricerca di mercato molto attenta per trovare la stampante più grande possibile. Ne abbiamo trovata una in Italia, e questo ci ha permesso di realizzare una stampa in 14 pezzi che sono stati poi assemblati a Firenze“.
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