Evasioni dal carcere spettacolari: quali sono le più recenti?
Dall'evasione del carcere di Rebbibbia alla sparatoria a Gallarate nel 2014: ecco le evasioni dal carcere più spettacolari e recenti

Immagine | Pixabay @MarcelloRabozzi
Marco Raudano, detto “pallone”, viene considerato al vertice dell’omonimo clan della mafia di Vieste. Ha 40 anni, è pugliese ed è evaso nella giornata di venerdì 24 febbraio dal carcere di massima sicurezza di Badù e Carros a Nuoro. Lo ha fatto calandosi dal braccio di detenzione con delle lenzuola annodate, come in un film. Per lui è scattata la caccia all’uomo, ma non è il solo a essere scappato di prigione nel clamore mediatico. Esistono altre evasioni dal carcere spettacolari e recenti degne di nota.

Evasioni dal carcere spettacolari: il caso di Giampiero Cattini e Sergio Di Paolo
Giampiero Cattini e Sergio Di Paolo, 42 e 35 anni, in prigione per reati legati alla droga, evasero dal carcere di Rebibbia, a Roma, nel 2014. Utilizzarono delle lenzuola come Raudano, calandosi oltre il muro di cinta. Per arrivare a quel punto della fuga, hanno segato le sbarre della propria cella. All’interno del carcere hanno persino lasciato un biglietto di scuse alla direttrice. I due sono poi stati rintracciati e arrestati nuovamente.
Il commando di liberazione a Gallarate per Domenico Cutrì
Domenico “Mimmo” Cutrì, 40enne di Inveruno (in provincia di Milano), uccise per gelosia un ragazzo nel 2006. Condannato in via definitiva per omicidio, a gennaio è stato assolto per un reato legato alla droga dopo una condanna a 4 anni e 6 mesi in primo grado. Potrebbe uscire dal carcere entro il 2029, ma anche ottenere l’affidamento in prova ai servizi sociali e tornare libero nel 2025.
Libertà che aveva già riassaporato il 3 febbraio 2014, davanti al tribunale di Gallarate: uomini armati assaltarono il furgone della polizia penitenziaria sopra cui si trovata Cutrì. L’obiettivo era quello di liberarlo. Dopo lo scontro a fuoco, il malvivente è riuscito a salire su un’auto per poi scappare velocemente. Il fratello Antonino è morto dopo essere arrivato agonizzante a casa della madre e accompagnato poi in ospedale a Magenta.

L’evasione dal carcere (non) spettacolare del serial killer Bartolomeo Gagliano
A differenza delle altre, è una “semplice” evasione: dopo aver ottenuto un permesso premio di libera uscita, nel dicembre del 2013 se l’era data a gambe. Per poi essere ritrovato e riportato in cella, dove Bartolomeo Gagliano si suicidò nel carcere di Sanremo nel gennaio del 2015. Prima si trovava dietro le sbarre del Marassi, colpevole di diversi reati e tra questi anche di omicidi. L’uomo era stato anche in un manicomio giudiziario per via della sua indole criminale. Il primo omicidio lo commise nel 1981, uccidendo una prostituta con una pietra.