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Emergency: “Attività necessaria, rimaniamo in Afghanistan”

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Mentre a Kabul si respira un’aria di apparente tranquillità con poco traffico e negozi chiusi, Emergency ha comunicato la sua intenzione di rimanere in Afghanistan. “Abbiamo scelto di effettuare una rimodulazione del personale, ma Emergency rimane presente nel Paese“, annuncia l’addetto stampa Michele Bertelli, rimpatriato da Kabul. “Mai come in questo momento è necessaria la nostra attività per garantire il diritto alla cura dei cittadini afghani“, ribadisce il portavoce di Emergency, giunto nel pomeriggio all’aeroporto di Fiumicino.

Tre gli ospedali di Emergency attivi in Afghanistan

Nonostante la rimodulazione del personale, i tre ospedali di Emergency presenti sul territorio rimangono attivi al 100%.Soltanto ieri, dopo l’ingresso dei talebani in città al centro vittime di guerra di Kabul, abbiamo ricevuto circa ottanta pazienti“, spiega Bertelli. Il portavoce sottolinea inoltre un considerevole aumento di pazienti con ferite da proiettili e frammenti di mine. Attualmente sono 115 i pazienti ricoverati presso l’ospedale di Kabul.

Abbiamo aggiunto posti letto extra e anche oggi stiamo provando a ricavare nuovi posti letto per eventuali ulteriori ammissioni di pazienti”, racconta Alberto Zanin, il Medical Coordinator di Emergency. E aggiunge: “Nella notte abbiamo ricevuto anche alcuni pazienti provenienti dall’aeroporto“. Nei primi quattro mesi del 2021, gli ospedali di Emergency hanno ricoverato 1853 pazienti vittime di guerra. Si tratta di un aumento del 202% rispetto al 2011, quando la guerra era in corso da 10 anni.

Emergency: “Sorpresi dalla velocità dell’avanzata talebana”

Di fronte alla veloce avanzata dei talebani, “siamo stati sorpresi anche noi“, spiega il portavoce. “Ma siamo stati in grado di attrezzarci abbastanza rapidamente per far fronte a tutte le difficoltà e necessità che si sono manifestate in questo periodo“, fanno sapere da Emergency. “Dai nostri ospedali, il nostro staff impegnato a curare le vittime è testimone di un Paese al collasso, in preda alla violenza, all’insicurezza e alla paura“, aggiunge Aberto Zanin. 

Piove un missile nell’ospedale di Lashkar-gah

Vogliamo ribadire che gli ospedali non sono un obiettivo e non devono mai essere un obiettivo anche nel corso di un conflitto aspro come quello afghano“, prosegue l’addetto stampa. Nelle scorse settimane, “uno dei nostri centri di primo soccorso è stato fortemente danneggiato“. E prosegue la conta dei danni: “In uno dei nostri ospedali è piovuto un missile“. Bertelli ricorda infine che tutte le parti in conflitto devono rispettare gli ospedali, “in quanto luoghi totalmente neutri“. Circa il 95% del personale medico-sanitario è costituito da afghani, mentre sono circa 15 i medici e infermieri italiani presenti sul territorio.

 

Andrea Corti

Nato a Roma nel 1978, dopo essersi dedicato al giornalismo scritto e ad aver pubblicato alcune biografie di personaggi dello sport come Zeman e Zanardi, ormai da anni è ‘sul campo’ con la telecamera in una mano e il microfono nell'altra. Dalle partite di calcio alle consultazioni per la formazione del governo, sempre con passione ed entusiasmo.

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