Divorzi e separazioni: cosa cambia in Italia dal primo marzo

Giustizia
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newsby Lorenzo Rotella26 Febbraio 2023

Divorzi e separazioni cambiano asset a partire dal primo marzo grazie alla riforma Cartabia. Entra infatti in vigore un cambiamento sul diritto della famiglia, con l’obiettivo di ridurre i tempi della giustizia civile per chi ha deciso di lasciarsi. Semplificare dunque le procedure di divorzio, ma anche un’attenzione ai minori che si trovano in mezzo a situazioni di separazione.

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Divorzi e separazioni: il Tribunale per le famiglie

Pr divorzi e separazioni esisterà il Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie, che nascerà entro il mese di ottobre del 2024. Le sedi saranno circondariali nelle città più piccole e distrettuali in quelle di grandezza superiore. L’intento è riunire le competenze divise tra tribunale ordinario, per i minorenni (che resta in vigore ma con funzioni più specifiche) e giudice tutelare. Restano fuori le procedure per le adozioni e l’immigrazione.

Ciò che si prevede è dunque un tribunale unico, con rito unico e davanti a un solo giudice. Se oggi la causa è prevista in due fasi, sarà possibile presentare in contemporanea le domande di divorzi e separazioni. La procedibilità per il divorzio dipenderà da due fattori: sentenza passata in giudicato su separazione e cessazione (senza interruzioni) della convivenza fra due coniugi.

Riforma su divorzi e separazioni: la posizione dei minori

Il minore di 12 anni, si legge nella relazione illustrativa della riforma, “ha diritto di esprimere il proprio pensiero in tutte le questioni e le procedure finalizzate a incidere nella propria sfera individuale”. Il giudice dovrà quindi tenere in considerazione la sua età, il grado di maturità e quindi ascoltarlo. In forma diretta o con l’assistenza di esperti in psicologia o psichiatria infantile.

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Il ruolo dei genitori e del pubblico ministero

I coniugi dei figli, durante le procedure di divorzi e separazioni, dovranno presentare il “piano genitoriale”. Si tratta in buona sostanza di tutti gli impegni e le attività quotidiane dei minori: scuola, educazione, attività extrascolastiche, sportive, culturali, ricreative. Anche le frequentazioni di parenti e amici, luoghi abitualmente frequentati e persino le vacanze. Tutte informazioni che permetteranno al giudice di ricostruire la vita pregressa dei figli, così da poter agire su scelte di affido, collocamento e diritto di visita.

Il pubblico ministero, infine, avrà indicazioni specifiche. Vengono infatti precisati soggetti istituzionali, polizia giudiziaria e servizi sociali per poter verificare la necessità di ricorsi eventuali per la perdita di podestà genitoriale o altre simili. Questo tipo di svolgimento di accertamenti preliminare riduce i ricorsi successivi e limita di conseguenza un intervento dell’autorità giudiziaria – si legge nel testo – “vissuto dai soggetti coinvolti come ingiustificatamente o eccessivamente invasivo”.

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