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Quello di Davide Tutino, professore di storia e filosofia di un liceo di Roma, è un caso molto particolare. Il docente sta portando avanti uno sciopero della fame da tredici giorni per protestare contro l’introduzione dell’obbligo vaccinale per il personale scolastico. A causa dell’impatto del digiuno sul suo organismo, i medici hanno preferito non vaccinarlo contro il Covid, rimandando a un secondo momento l’inoculazione. Parlando del suo sciopero, Tutino dichiara che “non si tratta della mia fame, ma della fame di giustizia e verità del Paese. Non è possibile che ci siano decine di migliaia di persone nel mondo della scuola e tra le forze dell’ordine allontanate dal lavoro per ragioni politiche e non sanitarie e che non ci sia nessun dibattito“.
Commentando il suo caso particolare, il professore ha osservato di aver “aperto una crepa nel muro dell’obbligo vaccinale. Arrivando all’hub vaccinale in sciopero della fame, il medico ha ritenuto in scienza e coscienza di sospendere il trattamento. Tante persone si stanno unendo in uno sciopero di massa non violento, sia per opporsi a questi obblighi illegittimi sia per inceppare il sistema. Nel frattempo sono tornato a scuola ma non sanno dove mettermi. I mezzi violenti come il Green Pass prefigurano il tipo di società in cui vivremo e il certificato non è altro che il vaccino contro il dissenso“.
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