CRONACA

Covid, i 20enni spendono più in tamponi che al ristorante

Nel 2021, i giovani italiani di età compresa fra i 25 e i 34 anni hanno speso in media più per un tampone anti Covid che per una cena al ristorante. Lo certificano i dati dell’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat e condotta fra il 21 e il 23 gennaio di quest’anno.

Stando ai risultati, lo scorso anno gli italiani hanno speso oltre due miliardi di euro di tasca propria per sottoporsi a un test contro il nuovo Coronavirus. La ricerca ha riguardato un campione di 1.009 cittadini di età compresa fra i 18 e i 74 anni e perciò rappresentativo della popolazione nazionale adulta.

In due milioni hanno speso più di 200 euro per un test

Dalle interviste è emerso che da marzo 2020 a oggi, i maggiorenni che hanno fatto almeno un tampone a pagamento sono 26,8 milioni. La spesa media pro capite si aggira attorno ai 76 euro. Non per tutte le fasce d’età, però, i costi sono stati “equi”.

Basti pensare che quasi un italiano su cinque ha pagato un importo più alto della media per un tampone anti Covid. Sono circa 3,4 milioni gli individui che hanno speso fra i 100 e i 200 euro per un test; mentre quasi due milioni di persone ne hanno dovuti spendere più di 200.

I 25-34enni hanno sborsato più di tutti per i tamponi

Analizzando le singole fasce d’età, emerge che i 25-34enni sono coloro che hanno pagato di più, con una media di 93 euro spesi. In proporzione, i giovani hanno speso di più per un test molecolare che per una cena in un ristorante di fascia di prezzo media o per altre attività ricreative.

Questa fascia anagrafica si sovrappone in larga parte (20-29 anni) con quella che si è dimostrata più responsabile – dopo gli over 60 – nei confronti del vaccino anti Covid. Ne parliamo qui. In questa speciale “classifica” troviamo poi i 45-54enni, con 81 euro.

Il 68% della spesa si concentra negli ultimi tre mesi

Dal punto di vista territoriale, invece, hanno speso di più (80 euro) i cittadini residenti nel Centro Italia. Il costo dei test ha gravato sia sui lavoratori (80 euro) sia sui disoccupati (60 euro), seppur in maniera differente. Interessante notare anche la distribuzione della spesa nel corso del tempo.

Il sondaggio rivela infatti che, su una media di sei tamponi a testa, ben quattro sono stati fatti negli ultimi tre mesi. Ciò significa che dei 76 euro spesi pro capite, gli italiani ne hanno sborsati 52 negli ultimi 90 giorni. Lasso di tempo che comprende anche le festività natalizie.

Perché gli italiani si sottopongono ai test anti Covid

La media, come detto, è di sei tamponi a testa ogni intervistato. Nello specifico, il 51% ha dichiarato di aver fatto un test rapido in farmacia o in una struttura sanitaria; il 36% un molecolare; mentre il 32% un rapido a casa, in auto-somministrazione. Qui la guida per evitare errori.

Quali sono le motivazioni che hanno spinto gli italiani a sottoporsi a un test? Il 35,1% ha affermato di averlo fatto dopo un contatto stretto con un positivo al Covid; il 30,6% perché non si sentiva bene; il 19,6% perché un parente o un conoscente è entrato in contatto con un positivo.

Inoltre, dall’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat emerge che 3,6 milioni di cittadini hanno fatto un tampone per poter lavorare. Ben due milioni di persone, infine, ne hanno fatto uno per semplice paura di esporsi al contagio.

Alessandro Boldrini

Classe 1998, laureato in Scienze Umanistiche per la Comunicazione alla Statale di Milano, sono giornalista pubblicista dal 2019. Mi occupo di cronaca nera, giudiziaria e inchieste sulla criminalità organizzata. Ho mosso i primi passi nella cronaca locale, fino a collaborare con il quotidiano statunitense The Wall Street Journal. Sono un attivista antimafia e partecipo come relatore ad assemblee pubbliche sul tema al fianco di magistrati ed esperti del settore. Amo il calcio, la musica, il cinema e la fotografia.

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