Le recensioni online possono essere un’arma a doppio taglio. Quando sono oneste rappresentano uno strumento utile sia per i consumatori/clienti che per il prodotto/negozio/locale, perché permettono di farsi un’idea precisa di punti di forza e limiti e fare delle scelte più consapevoli. Le recensioni possono però trasformarsi anche in una forma di protesta o in un tentativo di affossare un’opera o una realtà della quale non si apprezzano determinati aspetti. Questo modo alternativo di usare i giudizi online trova la sua massima espressione nel review bombing, un fenomeno che negli ultimi anni ha preso sempre più piede in svariati ambiti, tra cui anche quello della ristorazione. Consiste in una raffica di recensioni negative (spesso a una stella) che arrivano per punire scelte e/o comportamenti poco graditi da parte del pubblico.
Le recensioni negative lasciate all’Osteria del Cavolo
L’ultimo caso celebre di review bombig, almeno in Italia, riguarda l’Osteria del Cavolo di Finalborgo, balzata agli onori della cronaca per via della scelta di far pagare a dei clienti due euro in più per un piattino vuoto chiesto da una madre per far assaggiare un po’ delle sue trofie alla figlia. La foto dello scontrino riportante la voce “piattino condivisione 2 €”, postata da Selvaggia Lucarelli, è diventata virale e ha fatto arrabbiare vari internauti, molti dei quali hanno scelto di “farla pagare” all’osteria riempiendola di recensioni a una stella su Google Maps, causando un netto calo della sua media, che ora si aggira sulle tre stelle. I giudizi, chiaramente, arrivano soprattutto da utenti che non hanno mai mangiato nel locale e che vogliono solo punire a modo loro quella che percepiscono come un’ingiustizia.
Liguria. Un piatto di trofie al pesto 18 euro, la mamma chiede un piattino per farne assaggiare un po’ anche alla bambina di tre anni che ha già mangiato. Sul conto le mettono due euro per il piattino. pic.twitter.com/2lZbvD5zfw
— Selvaggia Lucarelli (@stanzaselvaggia) August 7, 2023
Il caso del Crazy Cat Café
Non è la prima volta in cui accade qualcosa del genere. Nel 2021 fece parecchio discutere un episodio in cui lo streamer Il Gabbrone, noto soprattutto per le live in tempo reale all’interno dei ristoranti, disturbò i clienti del Crazy Cat Café fino a essere cacciato. Per punire il locale, i suoi fan iniziarono a scrivere delle recensioni negative, costringendo i proprietari a fare un appello sui social con il quale invitare la propria clientela affezionate a lasciare dei giudizi positivi per riequilibrare la situazione.
Il lato positivo è che in queste situazioni Google tende a togliere la maggior parte delle recensioni false, soprattutto per consentire agli utenti di avere sempre a disposizione delle opinioni genuine e utili a farsi un’opinione personale prima di spendere soldi.
Review bombing e videogiochi
Il review bombing è molto diffuso nell’ambito dei videogiochi, soprattutto su portali come Metacritic. The Last of Us Parte II, per esempio, è stato riempito di recensioni negative da utenti che, pur non avendolo ancora giocato, lo accusavano di portare avanti una precisa agenda politica ed essere fin troppo vicino alla comunità LGBTQI+.

Queste critiche non hanno scalfito il successo del gioco, ma di sicuro hanno monopolizzato l’attenzione nei giorni del lancio, creando polemiche spesso sterili. Altri videogiochi che hanno subito review bombing nel corso degli anni sono stati Mass Effect 3 (criticato soprattutto per il suo finale), Spore (primo caso assoluto in cui si usò il termine review bombing nel settore), Star Wars: Battlefront II (a causa di varie scelte sbagliate di EA) e Fallout 76.
Il review bombing nell’ambito cinematografico
Anche nell’ambito cinematografico il review bombing sta diventando una pratica diffusa. Alcune opinioni espresse dall’attrice Gal Gadot, ritenute misandriche, hanno portato all’affossamento di Captain Marvel, mentre Eternals è stato bocciato da chi non ha mai potuto soffrire la cosiddetta “cultura Woke”. Le recensioni di Star Wars: The Last Jedi sono l’emblema del malcontento che parte della fanbase nutre nei confronti della trilogia sequel, ma anche di posizioni meno condivisibili. Parte del pubblico ha aspramente criticato il reboot al femminile di Ghostbusters fin dal suo annuncio e lo stesso vale per la versione live action di La Sirenetta.
Come si può intuire, il review bombing è diventato uno strumento usato più per criticare le idee e le scelte alla base di un film che la sua effettiva qualità. Alcune piattaforme si stanno impegnando per scongiurarlo o quantomeno limitarne gli effetti, perché rischia di disincentivare gli altri spettatori dal lasciare una recensione onesta e costruttiva e creare confusione tra i meno informati. Quando si nota una differenza importante tra i voti della critica e quelli degli utenti è importante provare ad approfondire la questione e capire bene l’origine dei giudizi negativi.