Nella conferenza stampa di martedì 21 aprile, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha continuato a spingere per l’adozione su tutto il territorio nazionale dell’app ‘Immuni’, software che ha come obiettivo quello di limitare i contagi nella cosiddetta ‘fase 2’ delle restrizioni anti-Coronavirus.
“L’applicazione è uno strumento digitale che permette, a livello nazionale, di tracciare i contatti – ha spiegato il governatore del Veneto -. Faccio un esempio, perchè vedo molti commenti fuori luogo: due viaggiatori, uno veneto e uno siciliano, si incrociano per caso, si trovano a distanza inferiore di due metri, e iniziano a parlare per più di 15 minuti perchè il veneto ha la maglietta dei gondolieri. A quel punto, i due telefonini, che avranno l’applicazione scaricata, registrano il contatto. Poi, uno dei due risulta positivo e viene ricoverato. I medici allora chiamano l’altra persona e gli consigliano di fare il tampone”.
Nonostante le rassicurazioni da parte degli sviluppatori di Bending Spoons, la possibilità di utilizzare l’app ‘Immuni’ è stata accolta da alcuni con perplessità, soprattutto per quel che riguarda la gestione dei dati personali. Dal canto suo, Zaia è certo si tratti della soluzione da percorrere nelle prossime settimane: “L’alternativa all’applicazione è mettersi in ospedale e aspettare che arrivino i pazienti” ha detto.
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