Il calvario di Stefania Giordoni non è ancora finito. Una delle prime italiane ad aver contratto il coronavirus, dopo due mesi, sta ancora combattendo la propria battaglia. “Prima avevo paura di non uscire, adesso ho paura di uscire per quello che c’è là fuori. La mia famiglia come tante famiglie è distrutta”, racconta dalla sua stanza del San Camillo, a Roma, la commessa di un supermercato, affetta da Coronavirus da due mesi.
Tra le prime positive in città, i sintomi dell’infezione sono iniziati il 19 febbraio scorso. Prima il ricovero allo Spallanzani, il 7 marzo, poi il trasferimento presso il centro Covid-3 Casal Palocco, da dove è stata dimessa dopo due tamponi negativi il 5 aprile.
“Sono stata dimessa nonostante le crisi ipertensive. Per questo dopo due giorni sono andata al San Camillo dove mi hanno fatto il tampone e sono risultata di nuovo positiva“, racconta preoccupata. Adesso la paura è per il futuro: “Mio figlio ha perso il lavoro, io ho non ho lavoro e con la mia disoccupazione sto mantenendo i miei figli che pur vivendo da soli non riescono ad avere un reddito. Quando uscirò da qui per prima cosa penserò a mangiare“, conclude Stefania.
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