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Coronavirus, Piemonte: da lunedì test sierologici a personale sanitario

“La Regione Piemonte ha deciso di sottoporre a test sierologici tutto il personale sanitario per determinare come il coronavirus in una popolazione selezionata ed esposta può essersi distribuito”. A dare l’annuncio è Roberto Testi, capo del Comitato tecnico scientifico dell’unità di crisi piemontese. L’iniziativa, secondo le sue parole, servirà a dare maggiori sicurezze al sistema sanitario di una delle regioni più colpite dall’emergenza, con più di 26mila casi totali di contagio e oltre 3mila decessi al 30 aprile.

L’affidabilità dei test sierologici

Testi ha specificato che i tempi per prendere la decisione sono stati determinati dalla ricerca di test sierologici più affidabili possibile. “I primi test sierologici erano esami molto poco sensibili, con un indice di affidabilità che si aggira attorno al 70% – ha spiegato – . Per questo abbiamo aspettato un mese per avere degli esami più affidabili, si tratta di test immunometrici che danno specificità superiori al 95% ed evitano il più possibile l’individuazione di un falso negativo o falso positivo. In ogni caso, non basterà sapere che c’è stato contatto con il virus: qualora un soggetto venisse riconosciuto positivo sarà necessario sottoporlo anche al tampone, per escludere totalmente la presenza del coronavirus”.

“Guardiamo al prossimo step”

I test sierologici, a detta del capo del Comitato tecnico scientifico dell’unità di crisi del Piemonte, saranno indispensabili per delineare un possibile allentamento delle restrizioni in futuro. “Per il momento non li faremo all’intera popolazione – ha detto Testi – ma il prossimo step, con la riapertura delle attività produttive, saranno i test ai lavoratori. Già molte aziende lo stanno facendo, si stanno attrezzando con test sierologici, tamponi o entrambi. Più in generale sono tante le categorie interessate a capire la situazione immunologica del personale coinvolto in un’attività. Resta necessario capire quante persone siano venute in contatto con il virus senza manifestare sintomi: questo può essere utile per indirizzare le successive ricerche nella popolazione in generale. Esiste l’interesse di ampliare il campione, comunque”.

Sara Iacomussi

Classe 1992, da ottobre 2018 è la corrispondente da Torino per importanti editori in veste di videogiornalista. Formata al Master in Giornalismo Giorgio Bocca, è professionista dal 2017

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