La diffusione del Coronavirus è cambiata. Rispetto alla scorsa primavera, quando era soprattutto la popolazione più anziana ad essere bersagliata dal contagio, gli ultimi mesi hanno fatto registrare un’inversione di tendenza. Tanto da scatenare un vero e proprio allarme nella Regione Lombardia.
Lo rileva Antonio Pesenti, direttore del dipartimento Anestesia e rianimazione del Policlinico e coordinatore delle terapie intensive nell’Unità di crisi della Regione. I dati della Lombardia parlano infatti di 1231 ventenni contagiati dal Coronavirus nel corso del mese di settembre, contro i 314 cittadini compresi tra i 70 e i 79 anni e i 188 ottantenni. Ma non è tutto. Il tasso di contagio tra la popolazione di 20-29 anni è infatti salito nel corso dello stesso mese a 124 ogni 100 mila abitanti, il doppio di chi ha un’età compresa tra quaranta e cinquant’anni.
A Milano, in particolare, le percentuali di chi ha contratto il Coronavirus nelle ultime settimane sono dominate da chi ha tra i 20 e i 39 anni, un dato che non è certo sfuggito alle rilevazioni. Ecco perché è scattata l’allerta da parte della Commissione indicatori, un gruppo di lavoro che valuta periodicamente l’andamento dell’epidemia.
In concomitanza con il nuovo Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte, tale Commissione presenterà i propri dati al Comitato Tecnico Scientifico (che ha in programma una riunione per martedì). Ci si aspettano proposte a proposito di “interventi per contenere e ridurre l’incremento esponenziale dei nuovi casi e le sue ricadute sul sistema sanitario“. E le nuove misure di contrasto al Coronavirus non potranno prescindere da questa nuova situazione.
“Ai ragazzi dobbiamo chiedere ancora qualche sacrificio. Magari di rinunciare per 2-3 settimane all’happy hour. L’incremento esponenziale dei nuovi positivi si concentra nelle fasce più giovani e non possiamo permetterci di capitolare nel corso dell’inverno“, ha spiegato Pesenti. E sono tante le ipotesi che circolano in queste ore. Si va dal possibile potenziamento di controlli nelle aree della movida fino alla possibile chiusura di pub e bar alle 22 in Lombardia. Ma addirittura qualcuno propone di anticiparlo alle 18 in città particolarmente colpite dal Coronavirus, come Varese, Monza o la stessa Milano.
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