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Coronavirus, l’Ordine dei Medici di Napoli si illumina per i caduti

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Sabato 20 febbraio si ricorda un anno dalla scoperta del primo paziente italiano affetto da Coronavirus. E tra le tante iniziative adottate in tutto il Paese c’è quella di Napoli, dove si è deciso di illuminare la facciata dell’Ordine dei medici con i colori della bandiera italiana. Un’iniziativa che ha preso il via già nel corso di venerdì sera e che caratterizzerà l’intero fine settimana.

Coronavirus: un ricordo per chi non c’è più

Domani è la giornata dedicata agli operatori sanitari deceduti per il Coronavirus. Si tratta di un’iniziativa presa dal Parlamento italiano e da quello europeo. Per questo motivo, a partire da stasera, l’Ordine dei medici di Napoli illuminerà per tre giorni la sua facciata esterna con la bandiera tricolore“, aveva spiegato Silvestro Scotti, presidente dell’Ordine dei medici di Napoli, nel momento in cui è partita l’iniziativa.

Non solo il tricolore per ricordare i medici caduti per il Coronavirus. Così il dottor Scotti: “Inauguriamo anche un’installazione donata da uno street artist, con una frase che ci ricorda che l’opera di questi medici non è finita con il loro decesso. Anzi, continua attraverso il ricordo che ne hanno i loro pazienti e attraverso gli insegnamenti che si sono trasferiti da professionista a professionista. Perché ogni medico nel corso della sua vita incontra altri medici. Di cui influenza esperienze e professionalità. Quando si diventa medici, lo si è per sempre“.

I medici e il vaccino anti Covid

Intanto procede la campagna nazionale di contrasto al Coronavirus, che include la somministrazione del vaccino a chi da un anno è in prima fila contro la pandemia. Il punto è arrivato ancora una volta dalle parole di Silvestro Scotti: “La vaccinazione che è partita tra gli operatori sanitari è arrivata attorno all’85% di adesioni. Abbiamo formalmente chiesto all’Asl tutte le verifiche possibili“.

E dalle parole del presidente dell’Ordine si evince che anche i medici debbano fare i conti con una piaga sociale, quella degli scettici da Coronavirus. “L’esempio della vaccinazione degli operatori sanitari è quello che dobbiamo portare ulteriormente alla popolazione – ha ricordato –. La vaccinazione che è partita prioritariamente per gli operatori ha già ridotto il contagio del 64%. Interverremo nei confronti dei medici che rifiuteranno la vaccinazione senza una valida motivazione sul piano deontologico. Un medico non si vaccina per se stesso, ma per difendere innanzitutto gli assistiti che cura“.

Luca Leva

Napoletano classe 1989. Giornalista, videoreporter e fotografo. Corrispondente da Napoli in funzione di videogiornalista per importanti editori nazionali, mi occupo principalmente di cronaca e politica. Faccio parte del collettivo di fotogiornalisti Buenavista photo.

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