“C’è chi è tranquillo, chi è teso, chi è disperato, chi è arrabbiato. Siamo l’interlocutore in prima linea e le ansie, le preoccupazioni vengono scaricate su di noi“. E’ questa la testimonianza di uno dei lavoratori degli sportelli bancari iscritto alla First Cisl. Durante l’emergenza coronavirus, il lavoro è aumentato e gli operatori sono diventati una sorta di bersaglio per la rabbia e la disperazione dei clienti.
Le pratiche di stop dei mutui, l’anticipo della cassa integrazione, i 25mila euro alle pmi hanno portato a un clima teso. “Ho assistito personalmente ad aggressioni verbali“, spiega un altro bancario. “Questa situazione ha portato a stress per la negatività dei clienti e per la paura di contagio“, ma anche per la delicatezza delle pratiche e la mole di lavoro.
“Una collega è crollata per una crisi di nervi per 80 pratiche di finanziamento“, raccontano ancora i lavoratori degli sportelli bancari. Uno dei problemi maggiori? La comunicazione. “A livello mediatico il governo dava per fatte delle misure ma non avevamo linee operative“, eppure “il giorno dopo l’annuncio i clienti le richiedevano“. “Sono state ringraziate tutte le categorie. I bancari no. Anche se siamo in prima linea“.
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