Non si sono ancora esaurite le polemiche a proposito della visione che si ha dell’Italia dall’estero, nella risposta all’emergenza Coronavirus degli ultimi mesi. Un tema che negli ultimi due giorni ha dominato le cronache dopo i commenti piuttosto sprezzanti del premier britannico Boris Johnson. Con tanto di immediata replica di Sergio Mattarella. Ma la verità è che da molti altri angoli del mondo arrivano solo elogi verso il nostro Paese.
“Perché in Italia le cose vanno meglio? C’è una differenza tra il Regno Unito e altri Paesi: noi amiamo la libertà“, aveva dichiarato Johnson alla Camera dei Comuni. “Anche noi italiani amiamo la libertà, ma abbiamo a cuore anche la serietà“, aveva replicato Mattarella da Sassari. Ma nel frattempo gli elogi all’Italia sulla gestione del Coronavirus sono stati molteplici e molto importanti.
Uno dei primi, nonché, più significativi, è quello dell’OMS. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha infatti sottolineato come l’Italia sia stata “il primo Paese occidentale ad essere pesantemente colpito” dal Coronavirus. E la risposta da parte del Governo e la cittadinanza è stata definita “poderosa a tutti i livelli“, con “misure dalla forte base scientifica“. Una considerazione, accompagnata da un filmato dall’evidente impatto, che lo stesso Giuseppe Conte ha notato e poi rilanciato su Twitter.
Non è però questo l’unico elogio al nostro Paese giunto dall’estero. In particolare sono gli Stati Uniti ad aver studiato in profondità il “caso italiano” del contrasto al Coronavirus. E parole importanti sono arrivate dall’autorevolissimo ‘Wall Street Journal’ (“Dall’Italia un lavoro migliore rispetto a molti altri su test e rintracciabilità“) e da ‘Foreign Policy’ (“L’Italia ha risposto con sorprendente agilità. In effetti, il resto del mondo potrebbe imparare una o due cose dalla sua risposta“).
Non una novità, dato che già a fine luglio il ‘New York Times’ sottolineò i meriti dell’Italia, che fu definita “un modello di contenimento virale” per il mondo. Con tanto di “nuove lezioni per il resto del mondo, compresi gli USA dove il Coronavirus non è mai stato sotto controllo“. Ma anche da Londra ci sono parole importanti per il nostro Paese. Arrivano dal ‘Financial Times’, che descrive un’Italia che “ha saputo adattarsi dopo la prima e brutale fase“. Grazie a tre fattori: le misure restrittive prima molto severe e poi allentate in maniera progressiva, il capillare sistema di controlli e il rispetto delle regole da parte dei cittadini. Proprio quello che Boris Johnson ha, indirettamente e poco comprensibilmente, inquadrato quasi come un malus.
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