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Coronavirus, 25 aprile: tensione a Napoli tra polizia e manifestanti

(Napoli). “Salario, reddito e tamponi per tutti/e, stop affitto e bollette“: questo il contenuto di uno striscione aperto da alcuni manifestanti a Napoli, in Piazza Municipio. Un’iniziativa presa il 25 aprile e che va anche a braccetto con l’emergenza Coronavirus, ma da cui sono nate delle tensioni con le forze dell’ordine.

“Uso politico dell’emergenza Coronavirus”

Alfonso de Vito, attivista napoletano, inquadra ciò che è avvenuto: “Le reti sociali hanno deciso di aprire degli striscioni in maniera regolata e distanziata. Lo hanno fatto non più di 8-10 persone, per ricordare il giorno della Liberazione e rivendicare i diritti fondamentali in una fase drammatica. Una decina di persone è stata fermata, circondata, aggredita e brutalizzata. Sono accorse cinque camionette della celere“.

Un dispiegamento delle forze dell’ordine che secondo De Vito non è giustificato nemmeno dalle ordinanze atte a contrastare il Coronavirus: “C’è uno schieramento di Polizia e Carabinieri surreale. Io mi chiedo davvero quanto costi un’operazione come questa il 25 aprile. Un’operazione come questa ci mostra gli aspetti più inquietanti dell’uso politico dell’emergenza Coronavirus, perché questa operazione non ha nulla a che vedere con la salute. Ed è letteralmente un abuso, perché si fonda chiaramente sull’uso dell’ordinanza, ma in questo momento in qualunque negozio qua attorno ci sono molte più persone di quelle che hanno aperto lo striscione“.

La rabbia dei disoccupati: “Chiediamo assistenza”

A raccontare la rabbia e la paura della gente in piena emergenza Coronavirus è intervenuta anche una disoccupata napoletana: “Siamo scesi in piazza per protestare pacificamente. Lo abbiamo fatto con tutte le dovute precauzioni, distanza, mascherina, guanti, tutto. E lo abbiamo fatto per dire che non si può vivere più così. C’è gente che è arrivata a fare la fame, gente che ha perso il lavoro per il Coronavirus“.

I cittadini non hanno alcuna intenzione di contrastare le misure anti Coronavirus: “Noi vogliamo rispettare tutto, vogliamo restare a casa ma a casa con una garanzia. La garanzia di un’assistenza vera, un reddito garantito per tutti e che ci possa permettere di stare a casa. La gente non ce la fa più non può aspettare lo Stato e il Comune. Nessuno può accedere a questi redditi, nessuno può accedere al reddito del bonus spesa a causa di criteri assurdi, vincoli assurdi. Bisogna cambiare tutto questo“.

La donna ha quindi raccontato di come sono nate le tensioni con la polizia e quale sia stato l’esito: “Ci hanno accerchiato, pur mantenendo regolarmente la distanza tutti. Ci hanno accerchiato, chiesto i documenti, ci hanno messo le mani addosso e hanno portato quattro compagni in Questura. Siamo stati tutti denunciati, perché abbiamo infranto le regole mancando il permesso di riunirci in una manifestazione. Ma quali regole? Quelle che ci costringono a restare a casa a fare la fame? Basta“.

Luca Leva

Napoletano classe 1989. Giornalista, videoreporter e fotografo. Corrispondente da Napoli in funzione di videogiornalista per importanti editori nazionali, mi occupo principalmente di cronaca e politica. Faccio parte del collettivo di fotogiornalisti Buenavista photo.

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