CRONACA

Coprifuoco, si può tornare a casa? Ecco cosa succede dopo le 23

La prima notte di coprifuoco è scattata in Lombardia tra le 23 di giovedì 22 e le 5 di venerdì 23 ottobre. Da mezzanotte di sabato scatterà un analogo provvedimento in Lazio e Campania, con gli orari che invece vanno dalle 24 alle 5. Esperimento che può già presentare una prima valutazione, con Milano che ha trascorso ore di strade deserte, con una manifestazione di dissenso di tassisti e ristoratori e l’appello alla responsabilità dei Carabinieri. C’è una domanda che diventa però essenziale per i cittadini delle tre Regioni: chi alle 23 si trovasse ancora fuori dal proprio domicilio, ha la possibilità di rientrare regolarmente a casa? Proviamo a fare chiarezza su questo punto.

Coprifuoco: cosa stabilisce l’ordinanza

L’ordinanza 21 ottobre 2020 n. 623, emessa dalla Regione Lombardia, parla chiaro. Il coprifuoco è finalizzato al “contenimento del contagio, con particolare riguardo alla fascia oraria notturna che può determinare nei contesti sociali un allentamento sull’osservanza del rispetto delle misure di prevenzione dal contagio, con rischi di assembramento e inosservanza del distanziamento interpersonale“. Ecco i perché delle fasce orarie e la severità prevista per i trasgressori. L’inosservanza della norma comporta infatti una sanzione amministrativa compresa tra 400 e 3000 euro. Diventa quindi essenziale capire in quali circostanze si possa regolarmente circolare sulle strade della Regione.

La mobilità durante le ore di coprifuoco è consentita solo in caso di “comprovate esigenze lavorative“, “situazioni di necessità o urgenza“, “motivi di salute“. Esiste però una quarta casistica, quella che potrebbe riguardare una cospicua fetta di cittadini: “rientro presso il proprio domicilio, dimora o residenza“.

Cosa succede dopo le 23: nessuna “trappola”

In altre parole, chi si ritrovasse fuori casa prima delle 23 (come concesso dall’ordinanza) non sarebbe “in trappola” e costretto ad attendere le 5 del mattino successivo per potersi spostare. Tornare a casa è infatti consentito, purché avvenga “nel tempo strettamente necessario“. Tanto più che anche l’orario di chiusura di bar e ristoranti scatta alle 23. E a rigor di logica questo rende impossibile uscire da un eventuale locale e rincasare esattamente nello stesso momento.

Il lasso di tempo necessario a percorrere il tragitto dal locale alla propria abitazione, dopo le 23 e quindi a coprifuoco già scattato, vedrebbe la quasi certezza di un blocco da parte della Polizia Locale o delle forze dell’ordine. In quel caso si può presentare un’autocertificazione messa a disposizione dalla Regione Lombardia o fornita dagli stessi tutori della legge. Secondo il ‘Corriere della Sera’, anche lo scontrino potrebbe dimostrare le ragioni dello spostamento. Il modulo è disponibile e scaricabile attraverso QUESTO LINK. La conferma di questa possibilità arriva da Dario Di Iorio, maggiore dei Carabinieri in servizio a Bergamo, in un’intervista pubblicata da ‘Bergamonews’ (e in cui purtroppo l’intervento sul tema in questione è parzialmente disturbato dal rumoroso passaggio di un motorino).

Coprifuoco: il buon senso resta fondamentale

Chiaro che, in questo periodo tanto delicato, il senso di responsabilità suggerirebbe di rientrare a casa con qualche minuto di anticipo. Anche per evitare di doversi sottoporre a un controllo, ma soprattutto nell’interesse collettivo. Resta comunque la risposta affermativa all’atavica domanda: , se si vuole tornare a casa a coprifuoco già scattato, lo si può fare.

Marco Enzo Venturini

Giornalista pubblicista dal 2018, entrare nell'albo è stato contemporaneamente un traguardo e una nuova partenza di una rincorsa iniziata sei anni prima scrivendo per diverse realtà editoriali sul suolo nazionale. O forse già quando, a cinque anni, il mio gioco preferito era una vecchia macchina da scrivere di famiglia. Appassionato di politica, geografia, cinema e sport, oltre che della lingua italiana: mi piace provare a scrivere ciò che vorrei leggere.

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