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È stato condannato a 15 anni e 6 mesi di reclusione Antonio Di Fazio, l’imprenditore farmaceutico arrestato dai carabinieri nel maggio dello scorso anno con l’accusa di aver narcotizzato con delle benzodiazepine, violentato e fotografato una studentessa 21enne attirata nel suo appartamento con la scusa di uno stage. Il manager era a processo con rito abbreviato anche per altri cinque presunti casi di abusi su altrettante donne, tra cui l’ex moglie. Lo ha deciso il gup di Milano Anna Magelli a seguito dell’inchiesta dell’aggiunto Letizia Mannella e del pm Alessia Menegazzo. Di Fazio, per il quale l’accusa chiedeva una condanna a nove anni, da febbraio è ai domiciliari in una struttura psichiatrica.
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“È una pena severa. Aspettiamo di leggere le motivazioni per capire e poi impugnare”. L’avvocato Mauro Carelli, che assieme alla collega Giuseppina Cimmarusti difende Antonio Di Fazio, ha commentato così la condanna di primo grado per il manager. “È una pena alta se consideriamo, per esempio, che Alberto Stasi, per l’omicidio di Chiara Poggi, è stato condannato sempre in abbreviato a 16 anni di carcere. La Procura aveva chiesto 9 anni, aspettiamo le motivazioni”. Il legale ha anche spiegato che il motivo della condanna così severa dovrebbe essere lo “spacchettamento” dei capi di imputazione da parte del gup Magelli.
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