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Afghanistan, tutti in piazza con il velo a Napoli: “Donne siano libere”

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Una protesta simbolica, promossa da semplici cittadine e cittadini napoletani, per mantenere alta l’attenzione sul popolo dell’Afghanistan. ‘Io non mi copro gli occhi’ è il nome che è stato dato all’iniziativa organizzata a Napoli. E durante la quale hanno tutti, uomini e donne, deciso di indossare il velo che, dicono, ora le donne saranno costrette ad indossare di nuovo.

Napoli, una manifestazione non solo simbolica

Questa iniziativa è il nostro urlo di dolore. È la nostra protesta e il nostro modo di manifestare vicinanza alle persone, quindi donne e bambini che stanno soffrendo in Afghanistan. Vogliamo far sentire loro che ci siamo anche noi. Che loro non sono soli in questo momento“, ha spiegato una delle donne in piazza. Che, come tutti gli altri, aveva l’intero volto coperto a parte gli occhi.

Ma Napoli, oltre al forte simbolismo che la manifestazione presenta, vuole portare un aiuto concreto: “La cosa fondamentale, ora, è l’accoglienza. Dobbiamo dare loro l’opportunità di fuggire da una situazione ormai non più sostenibile per loro. I timori maggiori sono legati alle donne, perché le donne in Afghanistan non hanno il riconoscimento dei diritti fondamentali. La preoccupazione parte da lì, ma è rivolta anche ai bambini e agli uomini che non condividono quel modo di pensare e quel modo di vivere“.

Un urlo di dolore per le donne in Afghanistan

Non possiamo stare qui a guardare. Infatti il nome che abbiamo scelto per riunirci è ‘Io non mi copro gli occhi’ – ha spiegato un’altra donna di Napoli in piazza –. Non possiamo stare più a guardare senza nemmeno scendere in piazza a protestare. Questo è il momento, siamo qui per questo. È un gesto simbolico, che abbiamo sentito il bisogno di fare per dare un segnale di vicinanza alle donne, che ora in Afghanistan dovranno reindossare il velo“.

Le donne erano state liberate. Potevano diventare artiste, sindache, ingegneri nella robotica. Adesso dovranno regredire. In un momento, da un giorno all’altro, la loro condizione è tornata a vent’anni fa. Noi non siamo qui per chiedere qualcosa al governo italiano. Chiediamo a tutti i governi di riportare la donna alla sua condizione naturale. Cioè, libera“. Questo l’appello di Napoli. Dietro tanti volti sì coperti, ma per permettere di osservare ancora meglio il dramma in corso in Afghanistan.

Luca Leva

Napoletano classe 1989. Giornalista, videoreporter e fotografo. Corrispondente da Napoli in funzione di videogiornalista per importanti editori nazionali, mi occupo principalmente di cronaca e politica. Faccio parte del collettivo di fotogiornalisti Buenavista photo.

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